Vacanza al mare: quali sono le sue origini?

Storia vacanza al mare

Siamo a settembre e stiamo per salutare la stagione estiva. Gli ultimi turisti sono in partenza per la tanto attesa vacanza al mare mentre la maggior parte sono tornati alla routine quotidiana della vita in città.
Immagino che sia capitato a più di qualcuno di pensare già alle ferie del prossimo anno: se rimanere in Italia o andare all’esterno, se andare in montagna o al mare, se partire in estate o in inverno.

Ma lo sapevate che inizialmente si andava in spiaggia non per prendere il sole o per fare il bagno, ma semplicemente per respirare l’aria fredda del mare piena di salsedine? E il periodo indicato era fuori stagione, in pieno inverno!
L’idea di vacanza al mare, intesa come balneazione e abbronzatura, è molto recente. Fino a pochi anni fa non c’era l’abitudine di tuffarsi in acqua e i litorali non erano attrezzati. Il bagno in mare lo facevano i pescatori, i marinai, i contadini e quindi i più poveri.

Durante l’età moderna, intorno al Cinquecento, c’era il sospetto che immergersi in acqua provocasse gravi malattie all’organismo. Serviva un cambio di prospettiva in campo medico per dare inizio alla balneazione.
Dal Seicento i medici iniziarono a cambiare alcune vedute elogiando i benefici delle cure termali, anche se erano ancora lontani dalla riva del mare. E quelli che si potevano permettere un ciclo di bagni ristoratori erano solo i ricchi: pernottavano per mesi in questi stabilimenti dove nascevano gli amori e trascorrevano i momenti più importanti della propria vita.

Facendo alcune ricerche, intorno al 1620, una donna di nome Elizabeth Farrow scoprì una fonte di acqua termale che scorreva nel mare della città portuale di Scarborough, nel North Yorkshire e costruì la prima Spa.
Grazie alla posizione geografica di questa località, ben presto divenne una delle principali mete turistiche dell’estate britannica, con un clima decisamente diverso dal nostro. E piano piano i medici si resero conto che l’acqua salata faceva bene alla salute, soprattutto se fredda, in quanto era un’ottima terapia per curare il rachitismo, rinvigorire i convalescenti e in qualche modo per ridare speranza alle coppie sterili.
In quel contesto di evoluzione e di crescita, aprì a Brighton (conosciuta come la Londra sul mare) un vero e proprio centro medico per gli aristocratici. E così nel Settecento nacque il turismo balneare in Inghilterra.

Il nord Europa era già abituato all’idea di vacanza. Le cure termali erano diventate popolari e gli inglesi erano già pronti a trasferirsi per lunghi periodi in località attrezzate con alberghi mentre i nobili degli altri paesi europei si trasferivano nelle proprie tenute private in aperta campagna, lontano dalla città.
Non c’erano solo gli aristocratici inglesi che trascorrevano le vacanze al mare! Anche l’alta e media borghesia cercavano di seguire questa moda e diventava un’occasione non solo per fare le conoscenze giuste ma anche per dire “sono riuscito a portare in vacanza la mia famiglia con i miei risparmi”. Le località balneari erano attrezzate per accogliere i duca ma anche i borghesi e così nacquero i primi hotel da “due, tre e quattro stelle”. Ed era grazie ai capifamiglia che il mercato del turismo cresceva, aumentando servizi ed attrazioni nelle località di mare.

La vita in spiaggia

On the Shores of Bognor Regis – Portrait Group of the Harford Couple and their Children (1887) di Alexander Rossi

Inizialmente non si viveva la spiaggia come la intendiamo noi. Le vacanze al mare nascevano in Inghilterra dove il mare nordico era gelido e il clima molto più fresco: un tuffo veloce e poi si tornava in albergo. Non esistevano quindi cabine, ombrelloni, sdrai, lettini: la battigia era vissuta da turisti vestiti eleganti con l’ombrellino parasole. La vita era nel centro urbano con teatri, negozi ed attività spensierate per gli ospiti.
Ma nell’Ottocento arriva un altro cambiamento! Si cominciò a capire che i benefici alla salute non derivavano solo dall’acqua ma anche dall’aria di mare: guarivano le malattie polmonari e rinvigoriva l’organismo. Da quel momento le spiagge cominciarono ad attrezzarsi con piccole strutture e i turisti, sempre ben vestiti, si portavano libri da leggere e giochi da tavolo. La costa era ancora un po’ selvaggia e si cercava in qualche modo di urbanizzarla rendendola confortevole.

Il boom turistico lo abbiamo con la rivoluzione industriale dell’Ottocento quando le località balneari aprirono le porte alle classi popolari. Con l’arrivo della ferrovia, Blackpool diventò una delle località balneari con strutture low cost più visitate d’Inghilterra.

E il resto dell’Europa?

Diversamente da come si vive oggi il bagno in mare, il Mediterraneo era troppo caldo con un clima afoso e di certo non era ambìto dal popolo in quanto non poteva competere con il fresco del Nord.
Solo i ricchi, alla ricerca di un clima più mite, potevano permettersi vacanze di lusso in autunno e in inverno in città come Portofino, Marina di Massa e altri centri che si svilupparono intorno all’Ottocento.
Dopo la prima guerra mondiale, che aveva distrutto l’idea di vacanza e di benessere, il turismo tornò a crescere. E i medici fecero un’altra scoperta: il sole fa bene alla pelle.
La rete ferroviaria si stava sviluppando in tutto il territorio europeo, soprattutto verso le località del mar Mediterraneo. In poco tempo, le città balneari inglesi entrarono in crisi perdendo tutto il loro fascino che avevano acquisito nel corso della storia.
Da questo momento in poi nasce la vacanza al mare come la viviamo noi oggi.

Bibione è una delle località per vacanze che raccoglie tutti i benefici che i medici hanno scoperto nei secoli: cure termali, brezza marina, mare e sole. #discoverBibione tutto l’anno!

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