Graziano Pizzolitto racconta Bibione sul Messaggero Veneto

Bibione, il faro
Bibione, il faro
Bibione, il faro

Graziano Pizzolitto, per anni direttore della locale Azienda Autonoma di Soggiorno ed esperto di turismo, alcuni giorni fa, ha raccontato Bibione ai cronisti del Messaggero Veneto. Riportiamo con piacere l’articolo:

Da una parte il Tagliamento e la consolidata realtà di Lignano, dall’altra la laguna e la presenza storica di Caorle. In mezzo c’è Bibione, la più giovane delle spiagge del Nord Est.
Il suo anno (convenzionale) di nascita è il 1958: ha infatti festeggiato il mezzo secolo nel 2008.
Dapprima zona di pescatori, di latifondisti (importanti famiglie veneziane si erano accaparrate terreni e boschi), di colonie del Cif o della Poa, con l’aria buona, le calde acque nel sottosuolo e un immenso arenile (oggi considerato “la spiaggia tra le più belle, pulite e vaste del mondo”), in questi anni Bibione ha fatto la sua fortuna.
Grazie anche al contributo di una persona che ne ha seguito lo sviluppo operando, allo stesso tempo, negli uffici e con la penna.

E’ Graziano Pizzolitto, per tanti anni (dal 1964) direttore della locale Azienda autonoma di soggiorno, ma non solo.

Come Grado ha avuto il suo cantore nel poeta Biagio Marin, anche la spiaggia ultima nata della costa veneto-friulana ha un suo aedo, nelle vesti, più modeste ma altrettanto puntuali ed efficaci, del cronista.

Bibionese di Cesarolo (se così possiamo definirlo), classe 1936, pubblicista dal 1984, Pizzolitto è un esperto di turismo come pochi se ne trovano dalle nostre parti.
Legatissimo al suo paese, del quale è originaria anche la moglie Pascuccia (nata il giorno di Pasqua!), ha studiato a Roma, dove si è diplomato alle Magistrali, e poi a Urbino.
Laureandosi – a pieni voti e con lode – nel 1978 in sociologia con una tesi sul turismo nel Veneto (ha un bellissimo ricordo del suo professore, Enrico Mascilli Migliorini, che vive a Napoli, quasi novantenne, e ogni tanto si telefonano).
Il suo primo libro, nel 1994, l’ha dedicato a un tema più ampio, Il turismo balneare dell’Alto Adriatico.

Come ha osservato nella premessa il giornalista Rai, Danilo Colombo, nei suoi scritti (comparsi in gran parte sui periodici stagionali Bibione Vacanze, Stralignano e TuttoGrado) Pizzolitto ha portato avanti la sua battaglia a favore “dell’industria dello svago e del relax”, “criticando, senza peli sulla penna, il malturismo, affidato spesso a incompetenti”, o – ancora peggio – il cosiddetto “turismo di rapina”. E sostenendo, invece, la professionalità e l’aggiornamento costante degli operatori, la trasparenza dei prezzi e, soprattutto, “la centralità dell’ospite come persona e non come numero o prodotto”.

Naturalmente la direzione dell’Aast di Bibione (cui è seguita per due anni, 1995-’96, quella dell’Azienda di promozione turistica numero 4, comprendente tutto il mandamento di Portogruaro e quindi anche Caorle), è stata molto importante per il dottor Pizzolitto: “un osservatorio speciale” che gli ha permesso “una puntuale lettura dei fenomeni turistici che si sono via via affacciati sullo scacchiere italiano ed europeo”.

Ma dicevamo del cronista e “narratore” della sua Bibione.
Lo ha fatto sopratutto con un libro, uscito nel 2005, dal titolo “Così… per sfizio” e dal sottotitolo “Bibione in pillole” piuttosto riduttivi, che tradiscono la modestia dell’autore.
In effetti è una ricca e preziosa galleria di ambienti e personaggi, testimoni di mezzo secolo di vicende.
E’ “la nostra storia – annuncia Pizzolitto nella premessa – attraverso persone, amici di famiglia e tesori di famiglia”.

Le persone sono i cosiddetti pionieri: dal senatore Attilio Venudo al segretario comunale e ricercatore Renato Fioretti, dal ristoratore e musicista Pietro Paron ai medici Giacomo Pasian e Gelindo Mecchia, dal commerciante di terreni Cesare Branchi (che fece conoscere Bibione alla campionessa di “Lascia o raddoppia ?” Paola Bolognani) al giornalista mantovano Renzo Dall’Ara; dal panettiere-bagnino Riccardo Vespero a Mario Tognetti costruttore dei primi alberghi.

Tra gli amici di famiglia citiamo il popolare corridore ciclista Dino Zandegù, un vero testimonial di Bibione; il critico e storico udinese del cinema Mario Quargnolo, prestigioso collaboratore dei periodici di spiaggia; il polacco Gil Mieczyslaw, che operò con Lec Walesa; il musicofilo Alfred Svoboda, amico del mitico direttore von Karajan, l’ingegner Mario Rossi di Seregno, che fece parte dello staff di Mattei all’Eni… Per non parlare di Vittorio Gassman che, quando venne in Friuli con Sordi per “La Grande Guerra”, mentre Albertone scelse Lignano lui “patrocinò” Bibione.

Con la curiosa denominazione di “tesori di famiglia” Pizzolitto ci fa conoscere quindi i “gioielli” della località balneare: l’ambiente, l’acqua del sottosuolo, la pineta (vi cresce una rara orchidea selvatica), l’arenile, la laguna.
Per non parlare delle attrezzature ricettive (il centro termale, che è stato “un decisivo salto di qualità”).

Un’altra intuizione – spiega ancora Pizzolitto – ci fu all’inizio degli anni ’90: quando la massiccia comparsa delle mucillagini allontanò molti ospiti tedeschi, austriaci e italiani, Bibione si mosse per prima alla ricerca dei turisti dell’Est (era appena caduto il muro di Berlino).
Tra i tesori, infine, ci sono anche il Faro di Punta Tagliamento (affascinante la storia di questo piccolo “monumento” e dei suoi guardiani) e il fiume stesso.

Il Tagliamento non è solo un simbolo, ma una presenza viva fra terre e acque di confine, tra Veneto, Pordenonese e Bassa friulana.
E lo stesso pubblicista di Cesarolo è un “uomo di confine”.
Da oltre trent’anni segue le sorti di queste popolazioni, “che per collocazione geografica pensano alla veneta, ma lavorano… alla friulana”.
A San Michele, che gravita più su Latisana che su Portogruaro, e in tutto il comune, c’è una forte componente che punta al “ritorno” al Friuli storico.
Fa eccezione il centro balneare, dove ci sono interessi più vasti e “l’abbinamento geografico-turistico di Bibione con la parolina Venezia piuttosto che Udine o Pordenone – fa capire, con realismo, l’ex direttore dell’Aast – è ritenuto prestigioso e irrinunciabile…”.

C’è, infine, il confronto con Lignano. Bibione è di 50 anni più giovane “ed è cresciuta ispirandosi alle esperienze della sorella maggiore. Agli inizi – ricorda Pizzolitto – la nostra Azienda di soggiorno, nata nel 1963, prese a prestito da quella lignanese un bel mucchio di ombrelloni e sedie sdraio… Ma bisogna anche ammettere che nell’ultimo mezzo secolo Bibione è sempre cresciuta e Lignano spesso si è limitata a difendere le posizioni”.

Una previsione, oggi? “Oggi Lignano e Bibione sono complementari: se potessero vivere integrate, tutti ne avrebbero da guadagnare”.

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2 thoughts on “Graziano Pizzolitto racconta Bibione sul Messaggero Veneto

  1. Buon pomeriggio il signor Graziano sono brasiliano apprezzato il loro pubblicazione e più mi dispiace devo chiedere a voi il mio bis nonno era nacido questa città già viaggiato per l’Italia più simile non era a conoscenza il più vicino ho potuto ottenere era Veneto vuole veramente conoscere la città dei miei bis nonno e membri della famiglia che hanno al suo nome è Alcide Pizzolitto e sua moglie Alessia Antonia e il Signore ha ouvio parlare quel nome? suo padre è Antonio Pizzolitto e Madre Maria è Viganduci avere l’albero della famiglia Pizzolitto genealogiche Sono molto orgoglioso e mi piace la storia Introduzione Italia ha vissuto cinque anni in Europa ha vissuto qualche mese en San Possidonio (Modena) goduto di più ha dovuto retoornar in Brasile tornerà in Europa pelle italia conceteza passare se abbiamo un legame familiare e praser di incontrarvi per un abbraccio può rispondere a me ringrazio dio benedica voi e grazie !!!

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